Nella nostra intervista settimanale, abbiamo fatto visita alla voce storica dell’autodromo di Monza, Luigi Vignando, speaker dagli anni 80 del tracciato brianzolo e presentatore televisivo di molte trasmissioni legate al motorsport, ultima delle quali “Griglia di partenza”.

MiP: Ciao Luigi e grazie della disponibilità, iniziamo da questa situazione, come la stai vivendo?

LV: E’ una situazione che vivo da recluso, come tutti del resto. E’ una tragedia che ha colpito il mondo intero mietendo, tante, troppe vittime, un vero incubo. Spero comunque che quanto stiamo vivendo faccia riflettere i potenti del mondo, coloro che possono realmente cambiare e incidere su quei comportamenti che ci stavano inesorabilmente portando verso l’autodistruzione. Oggi i cieli sono più puliti, l’aria più respirabile e la natura rigogliosa sembra dire che con maggiore attenzione e rispetto, possiamo stare tutti molto meglio.

MiP: Come vedi il motorsport in questo periodo e soprattutto nei mesi a venire? Ci sarà la concreta possibilità di vedere delle gare quest’anno e se sì, con il pubblico?

LV: Con la pandemia, il motorsport è entrato in una crisi dalla quale si fatica a capirne e quantificarne i danni. Le settimane a venire ci diranno se si potrà davvero riprendere l’attività o se dovremo saltare il 2020 e preparare al meglio il prossimo anno. A partire dalla F1 che sembra determinata a riaccendere i motori a luglio in occasione del GP d’Austria. Se ciò sarà possibile, vedremo GP senza pubblico almeno in Europa e, su alcuni circuiti, due gare intervallate da una settimana. Spero che la FIA e Liberty Media, prendano al volo questa grande, unica occasione per ripensare all’industria del motorsport. Abbiamo urgente bisogno di campionati sostenibili, e quello della F1 sta dimostrando di non esserlo appesantito da un business assolutamente incoerente con lo Sport. Ad oggi, se sarà possibile far ripartire i campionati nazionali ed internazionali, credo di poter affermare con certezza che accadrà a porte chiuse. 

MiP: Crede che la crisi mondiale che inevitabilmente colpirà tutti i settori andrà a danneggiare anche il motorsport, già per certi versi in crisi?

LV: E’ assolutamente inevitabile che la crisi che si manifesterà a causa della pandemia farà soffrire il tutto motorsport, delle due e quattro ruote. Se l’economia mondiale va in crisi verranno a mancare parte delle aziende che sponsorizzano il settore e, sul fronte delle case ufficiali, con i mercati dell’auto e delle moto crollati a valori mai visti prima, si penserà a mantenere saldi i livelli occupazionali piuttosto che sostenere squadre e campionati che impongono enormi investimenti: Honda, Mercedes, Renault alcuni ad esempi. Nei giorni scorsi, causa pandemia, l’AUDI ha dichiarato il proprio ritiro dal DTM a fine stagione!

MiP: Monza nel 2020 aveva un calendario pieno di grandi appuntamenti, che solo in parte saranno forse recuperati e concentrati, da Settembre a Novembre, quali possibilità ci sono di vedere, secondo te, queste gare e quali?

LV: Da appassionato e addetto ai lavori spero che il Tempio della Velocità, possa ripartire a luglio dalla 12 ore, per poi continuare con i campionati italiani, il GP, il GT Open e le altre corse che sono state spostate nella seconda parte della stagione, SPERO! Perché quando torno in me stesso e smetto di sognare mi rendo conto che sarà davvero un’impresa.

MiP: Si parla da anni di ammodernare il circuito, di rifare e risistemare i servizi, perchè secondo te ci sono sempre questi ritardi e credi che, nel nuovo piano di sistemazione che dovrebbe partire proprio quest’anno, sia davvero giunto il momento di una Monza al passo coi tempi?

LV: E’ una vecchia battaglia, quella di una Monza moderna e in grado di far fruire a tutti gli appassionati, che arrivano da ogni parte del globo, la sua Magica Storia. Ora che il Tempio della Velocità è nelle mani di ACI Italia speriamo che possa davvero presentarsi alle soglie del suo centesimo compleanno con l’abito che da sempre merita. 

MiP: Punti forti e punti deboli di Monza…

LV: Monza è la storia del Motorsport, a parte le infrastrutture, il Tempio della Velocità non ha punti deboli!

MiP: Cosa rappresenta per te Il tempio della velocità?

LV: Il Tempio della Velocità è la mia vita di appassionato e professionista….l’ho amata da bambino sulle spalle di mio padre a vedere le vetture passare sull’ alta velocità, l’ho amata da ragazzino quando passavo dai buchi delle reti per respirare di nascosto l’aria a bordo pista, anche se era vuota e silenziosa. Continuo ad amarla oggi con i capelli bianchi e ancora tanta voglia di respirarLA! 

MiP: 3 nomi, Michele Alboreto, Vittorio Brambilla e Fabrizio Pirovano, che legami hai avuto con 3 leggende del tracciato brianzolo e che ricordi o aneddoti particolari hai?

LV: Michele Alboreto: una persona splendida un professionista vero, completo. Un uomo buono sempre disponibile ed educato, non mi stupì vederlo un sabato qualunque dietro il guard rail della curva junior, osservare con piacere sportivo una corsa di Formula Monza, nonostante fosse già un affermato e famoso pilota della Ferrari. Fabrizio Pirovano, il Grande PIRO!! indimenticabile artista del bagnato, della Sua Monza era il RE delle due ruote. Un ragazzo quasi timido con la gente quanto aggressivo in pista. Le gare della SBK, le sue vittorie, la sua Amicizia e l’ultima soddisfazione prima di morire: passare dalla sua Biassono e vedere la sua foto sul muretto dei Campioni. Di Vittorio Brambilla ho un ricordo chiaro come un giorno di sole, quello del suo 50° compleanno trascorso nella sua Monza al volante di una F3 a bastonare i campioncini di allora. Aveva una forza che faceva paura era un Uomo Onesto del quale ti potevi fidare, veloce come pochi, imbattibile quando pioveva….mi spiace solo di non averlo vissuto meglio!

MiP: Rimanendo sempre su questi 3 grandi piloti, perchè Monza non riesce, dopo tanti anni, a tributare un giusto ricordo alle sue leggende? Mi viene in mente una dedica a una parte del tracciato, una statua o più semplicemente una targa ricordo…al momento c’è solamente la via Brambilla, che a parer mio, è un pò poco…

LV: Perché chi ha gestito il Tempio della Velocità non ha mai pensato ad un posto dentro il quale ricordare tutti coloro che a Monza hanno lasciato un segno indelebile del proprio passaggio, sono tantissimi e tra questi anche i figli prediletti nati ad un passo dal Tempio.

MiP: La più grande emozione vissuta a Monza, da appassionato o da commentatore…

LV: La più grande emozione?… Sarà quella che vivrò appena potrò rimettere piede in Autodromo…per il momento prevale quella vissuta a fine gara GP 1988! (Primo GP d’Italia senza Enzo Ferrari, vinto da Berger davanti ad Alboreto entrambi su Ferrari, NdR)

MiP: Monza e SBK…credi che riusciremo prima o poi a rivederle in pista oppure capitolo chiuso?

LV: La passione soprattutto per la SBK mi spinge ad essere ottimista, credo non succederà in tempi brevi

MiP: Rimanendo in tema gare assenti da Monza, se potessi decidere, quali porteresti nel Tempio della Velocità?

LV: Ci sono: il GP il WEC, il GT, le Storiche….manca proprio la SBK, comunque le moto!

MiP: Curve sopraelevate, una tua idea per poterle riportare in augee?

LV: La loro ristrutturazione al fine di mantenere un manufatto integro da mostrare agli appassionati di tutto il mondo

MiP: Monza e museo della velocità, anche qui chiediamo un parere e un’idea che Monza potrebbe realizzare, dopo che un vero museo manca purtroppo da troppi anni in circuito (escludendo la breve parentesi di qualche anno fa…)

LV: Ad oggi il museo del Tempio ha sede nei nostri cuori carichi di passione e tanti ricordi che la mantengono più viva che mai. Speriamo che la ristrutturazione lo preveda, al momento mi mancano notizie, ma non dispero!

MiP: Grazie mille per il tempo concesso e spero di poterla sentire presto al commento in pista!

LV: Grazie per l’opportunità, a presto…in autodromo naturalmente!