A conclusione della stagione 2019, alle porte di un calendario 2020 ricchissimo di appuntamenti con le new entry DTM e WEC, si è tornato a considerare un’idea già pensata in più occasioni nell’ultimo decennio, ultima delle quali nel 2014 con l’avvento dell’Expo di Milano: istituire un museo sulle curve sopraelevate.
Tale proposta è un sogno ricorrente, nato nel 2008 con una proposta di legge alla camera per istituire un “museo storico dei motori e della locomozione”, idea che si è limitata alla discussione tra i senatori e mai realmente presa in considerazione, così come l’idea di Ambrogio Daelli, progettista del circuito ad alta velocità, di trasformare parte della “vecchia pista” in museo a cielo aperto.
Nella nuova concessione e nel rinnovo del Gran Premio d’Italia, l’ autodromo di Monza, a partire dal 2020, non sarà più gestito da Sias, ma direttamente da ACI, che si è impegnata a rimodernare l’impianto, partendo proprio dalle tribune, opera questa che dovrebbe essere in programma già nei primi 3 mesi del 2020 con la messa in sicurezza e a norma di gran parte degli spalti, oltre a, nei prossimi 5 anni, lavori del valore di 70 milioni di Euro, dei quali 34 per sottopassaggi, dalla sistemazione di quelli già in uso, alla costruzione di nuovi, primo tra tutti all’altezza della curva Parabolica, 23 milioni per bagni e servizi per il pubblico e 12 per la vecchia piscina, le rimesse e un nuovo ingresso in autodromo, con l’idea di riservare parte dello stanziamento anche ad un possibile ritorno di un museo, che potrebbe concretizzarsi per il centenario dell’autodromo nel 2024 con l’aiuto anche del Governo.
Ricordiamo che il museo è stato presente in autodromo in pianta stabile fino alla fine degli anni ’80, nello spazio adiacente al tram sede dell’associazione “Amici dell’autodromo” e che ora è utilizzato come ristorante.