Per molti doveva essere l’anno zero del Monza Rally Show, la prima edizione dopo molti anni senza il richiamo mediatico e sportivo di Valentino Rossi, un nuovo regolamento pensato dagli organizzatori, che per l’edizione 2019 ha pensato di strutturare la gara in una sola categoria, senza WRC e senza WRC Plus, che han fatto storcere il naso a molti nella passata edizione, con le sole R5 in gara per la conquista dell’ultimo atto del calendario del Monza ENI Circuit.
Molti erano i favoriti della vigilia, dai piloti ufficiali Hyundai Dani Sordo, Andreas Mikkelsen e Craig Breen, per passare ai rallysti italiani Crugnola, Alessandro Re e Longhi, fino ai pistaioli puri Marco Bonanomi, che già nella passata edizione aveva sfiorato la vittoria, Raffaele Marciello, fresco vincitore a Macao nella gara GT, fino ai giovanissimi Josh Mcerlean e il figlio d’arte Niclas Gronholm.
Fin dalla prima prova speciale a darsi battaglia sono stati Crugnola, su Volkswagen Polo, Dani Sordo e Nucita, entrambi su Hyundai, con il primo che ha conquistato la vetta della classifica con quasi 4 secondi di vantaggio sullo spagnolo; il testa a testa tra i tre contendenti è rimasto tale per tutte le prove speciali, con il nostro portacolori della casa tedesca che è riuscito a mantenere il vantaggio per tutta la 3 giorni monzese, con la sola eccezione della Ps5, dove, a causa del traffico e di un tamponamento, ha dovuto momentaneamente lasciare la vetta della classifica a Sordo, mentre Nucita si è sempre assestato sulla terza posizione.
La svolta del rally è avvenuta nella Ps6, al calare della sera di sabato, quando Dani Sordo ha avuto dei problemi al motore durante la prova, cosa che ha consentito a Crugnola di riconquistare la leadership, con 10 secondi di vantaggio; nelle due speciali di domenica il pilota di casa Volkswagen ha saputo incrementare il vantaggio sugli inseguitori, aggiudicandosi anche il miglior crono nell’ultima Ps8, che ha così incoronato la coppia Crugnola – Bergonzi vincitori del Monza Rally Show 2019, con 11 secondi e mezzo di vantaggio su Sordo – Del Barrio e 15 su Nucita – Nicastri.
Quarto posto per l’equipaggio Bonanomi – Pirollo, un pò in ombra in questa edizione, quinto per Breen, apparso molto a suo agio sul tracciato brianzolo, mentre solamente sesto Mikkelsen, dodicesimo Raffaele Marciello e diciassettesimo un deludente Gronholm.
Per quanto riguarda la categoria storiche, nella quale tra i partenti ha visto la presenza dell’ex Formula 1 Alex Caffi, con al suo fianco il figlio Michele, alla sua primissima esperienza su un’ auto da corsa, ad aggiudicarsi il rally sono stati Marco Superti e Giulia Paganoni su Porsche 911 del team intitolato al padre di Alex Caffi; nella categoria WRC 1.6, con solamente 4 vetture al via, la coppia Tortone – Tortone su Ford Fiesta ha vinto con largo margine su Ferri – Battistolli.
Nel pomeriggio della domenica è andato in scena il consueto Mastershow, che ha visto la partecipazione straordinaria di Therry Neuville, ufficiale Hyundai e per tre volte consecutive vicecampione del mondo, che ha sfidato, in gare uno contro l’altro, gli altri piloti di casa Hyundai, questa volta su vetture WRC Plus, le vetture che hanno conquistato il titolo mondiale costruttori nel WRC 2019.
A vincere la sfida Hyundai è stato Dani Sordo, che ha trionfato su Breen in un appassionante testa a testa finale, mentre Neuville si è reso protagonista di un fuoriprogramma, andando a sbattere contro il guardrail nel tentativo di burnout; per quanto riguarda la sfida delle R5 a trionfare sono stati nuovamente Crugnola-Bergonzi, che hanno letteralmente dominato il Mastershow fin dalle prime prove eliminatorie.
In archivio l’edizione 2019, gli organizzatori stanno già pensando a come migliorare questo format, che quest’anno ha attirato meno pubblico, come prevedibile vista la assenza di Valentino Rossi, ma che ha regalato una gara combattutissima per tutte le prove speciali.